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Vendita quota immobile ereditato: cosa sapere? Può capitare di ricevere un immobile in eredità e decidere di venderlo, ma nel caso in cui non ci sia un unico erede ma si tratti di una comunione ereditaria la questione diventa un po’ più complessa rispetto al normale. Sono tanti insomma gli aspetti da valutare con grande attenzione per non incappare in brutte sorprese.

In generale, possiamo dire che per definizione si parla di comunione ereditaria quando più persone ricevono in eredità un bene. I titolari sono molteplici e dovranno trovarsi d’accordo sul da farsi con ciò che hanno ricevuto, altrimenti dovranno cercare il sistema migliore per risolvere il problema.

Vendita quota immobile ereditato: soluzioni per trovare un accordo

È possibile che gli eredi riescano a trovare un accordo in via conciliativa, procedendo alla vendita dell’immobile ripartendolo in base alle quote di proprietà senza la necessità di ricorrere ad un giudice.

Anche nel caso in cui ci sia stata una divisione per testamento (operata quindi dal testatore stesso) non sarà necessario affidarsi ad un giudice, perché le quote saranno già state ripartite in modo equo tra gli eredi. Se invece le parti in questione non sono d’accordo sulla vendita dell’immobile ricevuto allora potranno procedere in due modi diversi: 

  • retratto successorio: nel caso in cui un erede voglia vendere la propria quota di eredità, gli altri eredi avranno un diritti di prelazione sulla suddetta quota. Se non venisse notificato il diritto di prelazione e la quota fosse venduta a terzi, gli altri eredi avrebbero il diritto di riscattare la quota
  • divisione giudiziale: se gli eredi sono minorenni, per procedere alla divisione si dovrà aspettare che l’ultimo nato abbia compiuto 19 anni, non andando però oltre i 5 anni dalla data della morte del testatore. Se il bene in questione è un immobile, allora verrà liquidato in proporzione alle quote degli eredi. Nel caso di percentuali diverse verranno attribuite dal giudice.

Vendita quota immobile in eredità: oneri e adempimento

L’iter per poter procedere alla vendita di un immobile prevede che il primo passo da compiere sia l’accettazione dell’eredità. Questa potrà essere formalizzata entro 12 mesi dall’apertura della successione. Come? Tramite un documento scritto oppure in maniera tacita, quindi manifestando la propria volontà attraverso determinati comportamenti. Non oltre 30 giorni dalla dichiarazione di successione, dovrà essere presentata la domanda di voltura catastale. Occorrerà pagare € 55 di tributo speciale catastale e € 16 di imposta di bollo ogni cento pagine di domanda presentata. Successivamente l’Agenzia delle entrate calcolerà la tassa di successione da pagare:

  • 4% sul valore catastale dell’immobile, con franchigia pari a € 1.000.000 per figli e coniuge
  • 6% sul valore catastale con franchigia pari a € 100.000 per fratelli e sorelle
  • 6% sul valore catastale senza franchigia per nipoti, zii, cugini di primo grado, cognati e suoceri
  • 8% senza applicazione della franchigia per tutti gli altri soggetti 

Dovranno essere inoltre pagate l’imposta ipotecaria, pari al 2% del valore dell’immobile, e l’imposta catastale, pari all’1%; invece nell’ipotesi in cui uno degli eredi benefici dell’agevolazione sulla prima casa, entrambe le imposte ammonteranno a € 200. 

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